Vivere con il cane in città
In città, spazi e distanze sono ridotti al minimo, per cui spesso le incomprensioni e la comunicazione tra cani tenuti al guinzaglio diventa difficile, così come le interazioni che, piene di fraintendimenti, si trasformano in conflitti.
Oltre agli spazi, al poco tempo che si ha da dedicare, perché non si riesce ad avere cani competenti e tranquilli in ogni situazione? Quando si adotta un cucciolo, ci si aspetta un batuffolo pieno di dolcezza, che ti sommerge di leccottini e si addormenta caldo e soffice vicino a te (però non sul divano, non sul letto, perché all’igiene teniamo moltissimo). In realtà è un essere dolce e tenero, ma un mammifero in primo luogo, che necessita di cure parentali, di regole, di figure referenziali solide e di una base sicura.
Poi il cucciolo cresce e se non sono state gettate delle buone basi relazionali, l’adolescenza non perdona!
LA SCELTA DEL CANE
Di solito quando si va in consulenza per la prima volta a conoscere i nuovi proprietari, si parla del motivo che spinge ad allargare la famiglia (post-lockdown c’è stata un’impennata delle adozioni), e del perché si è scelta una razza piuttosto che un’altra. Le risposte sono tante, ma spesso mi trovo a confrontarmi con persone che non hanno chiaro “chi” si sono portati a casa e quindi che ignorano anche i bisogni del proprio cane. E da qui i primi problemi…che possono diventare molto seri!
I più “a rischio” sono i cani di piccola taglia, perché subiscono manipolazioni continue, spesso tenuti in braccio, puliti in maniera ossessiva, che non permettono all’animale di coltivare la sua natura (il jack-russell che profuma di vaniglia, ma che preferirebbe rotolarsi in qualche escremento e correre a cacciare, lo yorkie, altro cacciatore testardo e coraggioso, che viene toelettato continuamente, ma dovrebbe stanare i topi…). Ci sono poi cani che non toccano mai terra e usano solo le traversine per espletare i bisogni fisiologici (feci e urine), ai quali dunque è così negata la possibilità di confrontarsi con i loro simili, attraverso marcature ed interazioni.
ATTIVITA' CHE INGANNANO
La cultura cinofila si sta diffondendo e molte sono le persone che decidono di trascorrere la loro vita insieme ai cani per condividere momenti, giorni, passeggiate, vacanze, sapendo con chi hanno a che fare e quali sono i limiti e le cose da fare e non fare. Sento dire: “Vorrei portarlo a correre con me…”. Partendo dal presupposto che l’ho fatto anch’io con la mia jack-russell Maggie, è necessario fare una premessa: non è detto che il cane possa o voglia correre con il problema e nel caso che questo sia possibile bisogna quantomeno dare al nostro amico quadruprede qualcosa in cambio, in modo che, appagato, abbia piacere e voglia di accontentare il suo proprietario.
CANI IN BICICLETTA
Altro concetto diffuso: “Per farlo correre di più, uso la bicicletta”. No. A prescindere dal fatto che non è una pratica legale (e passibile di multa), non è salutare trascinare un cane legato alla bicicletta, perché mentre si pedala non si ha modo di capire se l’animale ha bisogno di fermarsi. Etologicamente parlando, quando il cane esce mappa lo spazio, acquisisce informazioni, marca il territorio e, se corre per gioco, lo fa coi suoi tempi. Quando adotti un cane devi essere consapevole che la tua vita cambierà: i tuoi ritmi e la tua routine subiranno uno stravolgimento. Ci saranno delle rinunce da fare, ma ricorda: sei tu che hai deciso di adottarlo, per cui bisogna sempre fare un’adozione consapevole.